Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta

Piazza Giulio Beverini. (Apri Mappa)
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Descrizione

La chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta è un importante luogo di culto cattolico della Spezia, già procattedrale dal 1929 al 1975, che sorge nel centro storico cittadino, in piazza Giulio Beverini.

Pur non esistendo dati o documenti che attestino l'anno della sua fondazione, la storia della chiesa di Santa Maria Assunta è legata alla storia della città della Spezia indissolubilmente. Alla data in cui l'edificio religioso compare per la prima volta nei documenti storici, La Spezia è un piccolo e vivace borgo mercantile che da neppure trent'anni s'è conquistato una posizione di rilievo nel territorio soggetto alla potente Repubblica genovese diventando su nomina del doge Simone Boccanegra, nell'anno 1343 sede di una podesteria (generatasi da quella di Carpena) con vicariato su buona parte della riviera di Levante.
L'8 giugno 1371 venne siglato l'accordo tra i sinadaci delle due podesterie per deciderne la fusione sotto il consenso genovese, proprio all'interno della chiesa di Santa Maria Assunta. A questa data dunque, il santuario religioso già esisteva, ma non era ancora sede parrocchiale in quanto era una pertinenza dell'antica chiesa di Marinasco; la diventerà nel 1434.

In questo periodo di cruente guerre, l'edificio religioso viene abbattuto nel 1436, per paura che il famoso condottiero Niccolò Piccinino, al servizio del duca di Milano in guerra contro Genova, potesse servirsene come avamposto per assaltare le mura cittadine. Infatti il percorso delle antiche mura forma una cinta rettangolare che scendeva dal castello San Giorgio verso l'attuale via Biassa e, seguendo l'odierna via Colombo e passando per la via Sapri, ripiegava verso la chiesa dei Santi Giovanni e Agostino risalendo verso il forte. La cinta muraria però provocò un grosso problema per la comunità spezzina: escluse completamente l'edificio della chiesa di Santa Maria Assunta che rimaneva così indifesa alle truppe viscontee.
Nel 1443 venne ricostruita nello stesso luogo, ma all'interno della cinta difensiva, e nel 1471 venne consacrata. La nuova pianta della chiesa era a croce latina, suddivisa in tre navate da sei colonne a rocchi di marmo bianco di Carrara in stile tardo gotico, con volte a crociera, archi a sesto acuto, i muri decorati a fasce bianche e nere e con un rosone centrale, (che è tuttora presente). I lavori però terminarono solo nel 1550 con la definitiva realizzazione di una facciata rinascimentale in arenaria di Biassa.

Dal 12 ottobre 1685 la parrocchia è elevata a rango di prevostura e il rettore assume il titolo di prevosto. Nel 1712, viene innalzata a collegiata semplice con bolla papale di Clemente X e dotata di un "capitolo collegiale", cioè una comunità di sacerdoti in servizio per le necessità religiose.

Nel 1734 viene ulteriormente insignita del titolo di collegiata insigne abbaziale e il suo parroco assume il titolo di abate che conserva tuttora.

Nel corso degli anni e dei diversi abati che si sono susseguiti, numerose opere e restauri sono stati voluti e realizzati dagli stessi, che hanno segnato modificazioni anche importanti alla struttura esterna ed interna dell'edificio religioso.

Tra il 1850 e il 1884 la chiesa è retta da una figura di grande rilievo, l'abate Domenico Battolla al quale si devono la chiamata alla Spezia dei primi salesiani e delle madri pie franzoniane, come pure l'istituzione, il 14 maggio 1858, della Conferenza di san Vincenzo de' Paoli.

Nel 1864 dispone il trasferimento dell'icona della Madonna della Neve, dall'omonimo oratorio sulle rive del torrente Lagora alla cappella del Santi Sacramento in Santa Maria, a seguito di un'inondazione. Questa icona, molto venerata dagli spezzini, rimane custodita in Santa Maria fino al 1881, data in cui viene consegnata ai salesiani nel nuovo tempio di N.S. della Neve.

Fra il 1860 e il 1872 fa eseguire alcuni importanti lavori di restauro.

È grazie al nuovo abate che vengono eseguite le più importanti e radicali opere di trasformazione esterne ed interne del tempio. Nel 1927 l'architetto spezzino Franco Oliva progetta la nuova facciata della chiesa che, rispettando il disegno cinquecentesco originale, è più adatta alle ampie dimensioni dell'edificio.
Nel 1927, papa Pio XI istituisce la nuova diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato che diviene così sede episcopale. In attesa che sia costruita una nuova cattedrale, il 19 marzo 1929, Santa Maria è elevata a procattedrale della nuova diocesi.

Nel 1935 fa eseguire i lavori di demolizione dell'antico ma fatiscente campanile risalente al Cinquecento, di Simone da Pistoia, che ospitava l'antica e celebre campana chiamata affettuosamente dagli spezzini Lavezàa (in spezzino paiolo), che suonava a mezzogiorno, segnando la sospensione del lavoro per recarsi a casa per il pranzo.

Il 19 aprile 1943, durante uno dei più devastanti bombardamenti che colpirono la città nel secondo conflitto mondiale, l'edificio religioso viene distrutto quasi completamente. Si salva soltanto la parte del presbiterio con le due colonne ad esso prospicienti che risultano pertanto essere le uniche due "originali" ancora esistenti ai giorni nostri.

Dopo l'armistizio e la cessazione delle ostilità, la chiesa venne ricostruita e ampliata con un ulteriore allungamento delle navate in direzione della piazza Beverini. La ricostruzione della facciata viene affidata nuovamente a Franco Oliva che propone e realizza una soluzione architettonica di stampo moderno che ricorda le vecchie forme ormai andate perdute, nella dicromia delle fasce bianche e nere, la decorazione tipica dello stile gotico genovese.

Il 20 novembre 1954, durante l'Anno Mariano solennemente dichiarato da papa Pio XII per ricordare la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, il vescovo della Spezia, monsignor Giuseppe Stella, celebra il rito di consacrazione della ricostruita chiesa di Santa Maria Assunta. La messa è celebrata dall'abate Cafferata in presenza di tutto il seminario e con l'esecuzione di una messa a quattro voci composta dal maestro Domenico Cortopassi.

L'8 dicembre 1954 il vescovo Stella rinnova la consacrazione della Spezia e della sua Diocesi al Cuore Immacolato di Maria.

A fine anni cinquanta il nuovo abate Mori, colloca in un'apposita cappella, il crocifisso ligneo datato tra il 1460 e il 1480, al quale la comunità spezzina è stretta da particolare venerazione, poiché ritenuto miracoloso e legato ad alcune grazie concesse in momenti difficili della storia spezzina.

Sarà l'abate Bertonelli ad adottare le nuove direttive del Concilio Vaticano II facendo realizzare dall'ingegner Ferdinando Carrozzi un'attenta opera di risistemazione dell'interno del tempio: viene spostato l'altare maggiore verso il fondo del coro, trasformandolo in cattedra vescovile; inoltre viene collocata una nuova mensa sacra, scolpita in un unico blocco di marmo da parte di Ferruccio Vezzoni da Pietrasanta, raffigurante sul lato temi dell'Antico e Nuovo Testamento e sull'altro il Concilio Vaticano II (consacrata l'8 settembre 1969).

È per iniziativa dell'abate Viviani, che l'antico pulpito viene collocato come ambone nel presbiterio.
Nel 1975 viene inaugurata la nuova cattedrale di Cristo Re dei Secoli, eretta nella zona ricavata dallo sbancamento del colle dei Cappuccini; la chiesa di Santa Maria perde così il suo ruolo di procattedrale.

Gli importanti lavori di restauro compiuti nell'ultimo decennio, sotto la guida dell'abate monsignor Ilvo Corniglia, sono cronaca dei giorni nostri.

La chiesa è divisa in ampie navate scandite da colonne e due navate minori, che confluiscono nelle due cappelle sopraelevate, che affiancano il presbiterio: la cappella della Misericordia a destra, quella dell'Immacolata a sinistra. Nella parte destra inoltre è situata la cappella del'Sacro Cuore mentre in quella sinistra le altre due cappelle del Crocifisso e di San Giuseppe (che è anche il patrono della città). La copertura del tempio è a volta con costoloni in pietra grigia su intonaco giallo chiaro.

Sulle pareti sono posizionate numerose opere d'arte provenienti da chiese soppresse e demolite tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento per dare spazio alla "nuova città" ed alla sua viabilità (chiesa di Sant'Antonio che sorgeva nei pressi dell'attuale sede della Banca d'Italia) oppure perché ricomprese all'interno del perimetro del costruendo arsenale militare (convento di San Francesco). Dal refettorio del convento infatti proviene l'enorme tela (datata 1642) rappresentante la Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Giovanni Battista Casoni (1609-1681), collocata nella controfacciata.

Nella parte sinistra è possibile ammirare l'Annunciazione del genovese Andrea Semino risalente alla fine del Cinquecento.