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Descrizione
Santa Caterina di Alessandria è la Santa patrona di Campiglia, a Lei è dedicata la Chiesa nella piazza del paese, che come menzionato nelle note storiche, il primo riferimento della Chiesa di Campiglia dedicata alla memoria della Santa, risale al 1326.
Entrando nella chiesa di Campiglia, intitolata a Santa Caterina V.M, ed osservando attentamente il suo interno, si possono notare alcune iscrizioni e lapidi in marmo che riportano indietro nel tempo: 1540 - Questa data si trova scritta nel lato inferiore della cornice di marmo attorno alla nicchia di Santa Caterina dell'altar maggiore, sotto la dicitura: (testuale) "QUESTA O:A (opera) È FATA DI ELEMOSINE". È ovvio ritenere quindi che quella cornice sia stata eseguita in quell'anno. Nel 1544 dovrebbe essere stato eseguito il rilievo di Santa Caterina, essendo questa data incisa sulla base del rilievo detto prima.
Nel 1640 alla sommità dell'altare maggiore è incisa sul marmo questa iscrizione: "D. O. M. SUB TUUM PRESIDIUM BEATA CHATERINA A.D. MDCXXXX ". Forse nel 1640 è stata eseguita la parte posteriore dell'altar maggiore, bellissima con le due colonne di portoro, i capitelli marmorei e le altre parti sempre in marmo sovrastanti il quadro (forse dello stesso periodo e attribuito al Carpenino) riproducente l'Annunciazione e Santa Caterina attorniata da San Giovanni Battista e da San Martino, con la cornice pure in pregevole marmo. Alla base di una colonna (quella in cornu Epistolae) si legge: "MASARO IL CAPRAL VENERIO CH° FRAN" STURLESI".
1647- Trovandosi questa data incisa sull'architrave della porta principale, si ritiene che in quest'epoca la chiesa sia stata ingrandita come trovasi attualmente, senza però le arcate, costruite in epoca posteriore.
Nell'anno 1723, ebbe inizio una prima parziale indipendenza della chiesa di Santa Caterina in Campiglia, dalla Parrocchia di San Martino di Biassa. In quello stesso anno, il 6 Febbraio, in Sarzana presso lo studio del Rev.mo Sig. Gian Ivan Paganini, Vicario Generale, essendo notaio cancelliere della Corte Vescovile Gian Matteo Vassallo, alla presenza di don Claudio (il cognome è illeggibile), prevosto di Marola e Don Benvenuto T, testimoni, tra gli uomini di Biassa e di Campiglia veniva stipulato un accordo che si conserva ancora quasi completo presso l'Archivio parrocchiale di Campiglia, sebbene non facilmente leggibile, e chiamato anche in documenti contemporanei "transazione", "dismembrazione", col quale venivano determinati i compiti del Cappellano di Santa Caterina di Campiglia e del Rettore di San Martino di Biassa. Con questo accordo veniva concessa una certa autonomia alla Chiesa di Campiglia, sebbene rimanesse succursale di Biassa, il Cappellano di Campiglia, conforme a questo accordo, doveva portarsi a Biassa ogni anno nella solennità del primo giorno di Pentecoste, del Corpus Domini, e di S. Mertino e per ciascuna di queste feste doveva portare lire due di Genova da ricavarsi dall'opera di Santa Caterina. Nel caso che il Cappellano di Campiglia fosse impedito di andare a Biassa, doveva ugualmente mandare l'annua ricognizione, ossia la somma pattuita.
La primitiva cappella di Santa Caterina, come già scritto, fu costruita nel 1300; intorno al XVI secolo, forse per iniziativa dei marchesi di Carpena, ingrandita nelle proporzioni attuali. Nell'anno 1838, Campiglia venne resa, definitivamente, parrocchia autonoma ed indipendente con assegnazione di territorio proprio e di precisi confini.
Fu soltanto ordinato che in "festis Nativitatis Domini" (Natale), questa Chiesa o Fabbriceria portasse una candela di una libbra alla chiesa matrice di Biassa. Il 27 Giugno 1839 vi fu l'installazione della prima Fabbriceria parrocchiale.
Entrando nella chiesa di Campiglia, intitolata a Santa Caterina V.M, ed osservando attentamente il suo interno, si possono notare alcune iscrizioni e lapidi in marmo che riportano indietro nel tempo: 1540 - Questa data si trova scritta nel lato inferiore della cornice di marmo attorno alla nicchia di Santa Caterina dell'altar maggiore, sotto la dicitura: (testuale) "QUESTA O:A (opera) È FATA DI ELEMOSINE". È ovvio ritenere quindi che quella cornice sia stata eseguita in quell'anno. Nel 1544 dovrebbe essere stato eseguito il rilievo di Santa Caterina, essendo questa data incisa sulla base del rilievo detto prima.
Nel 1640 alla sommità dell'altare maggiore è incisa sul marmo questa iscrizione: "D. O. M. SUB TUUM PRESIDIUM BEATA CHATERINA A.D. MDCXXXX ". Forse nel 1640 è stata eseguita la parte posteriore dell'altar maggiore, bellissima con le due colonne di portoro, i capitelli marmorei e le altre parti sempre in marmo sovrastanti il quadro (forse dello stesso periodo e attribuito al Carpenino) riproducente l'Annunciazione e Santa Caterina attorniata da San Giovanni Battista e da San Martino, con la cornice pure in pregevole marmo. Alla base di una colonna (quella in cornu Epistolae) si legge: "MASARO IL CAPRAL VENERIO CH° FRAN" STURLESI".
1647- Trovandosi questa data incisa sull'architrave della porta principale, si ritiene che in quest'epoca la chiesa sia stata ingrandita come trovasi attualmente, senza però le arcate, costruite in epoca posteriore.
Nell'anno 1723, ebbe inizio una prima parziale indipendenza della chiesa di Santa Caterina in Campiglia, dalla Parrocchia di San Martino di Biassa. In quello stesso anno, il 6 Febbraio, in Sarzana presso lo studio del Rev.mo Sig. Gian Ivan Paganini, Vicario Generale, essendo notaio cancelliere della Corte Vescovile Gian Matteo Vassallo, alla presenza di don Claudio (il cognome è illeggibile), prevosto di Marola e Don Benvenuto T, testimoni, tra gli uomini di Biassa e di Campiglia veniva stipulato un accordo che si conserva ancora quasi completo presso l'Archivio parrocchiale di Campiglia, sebbene non facilmente leggibile, e chiamato anche in documenti contemporanei "transazione", "dismembrazione", col quale venivano determinati i compiti del Cappellano di Santa Caterina di Campiglia e del Rettore di San Martino di Biassa. Con questo accordo veniva concessa una certa autonomia alla Chiesa di Campiglia, sebbene rimanesse succursale di Biassa, il Cappellano di Campiglia, conforme a questo accordo, doveva portarsi a Biassa ogni anno nella solennità del primo giorno di Pentecoste, del Corpus Domini, e di S. Mertino e per ciascuna di queste feste doveva portare lire due di Genova da ricavarsi dall'opera di Santa Caterina. Nel caso che il Cappellano di Campiglia fosse impedito di andare a Biassa, doveva ugualmente mandare l'annua ricognizione, ossia la somma pattuita.
La primitiva cappella di Santa Caterina, come già scritto, fu costruita nel 1300; intorno al XVI secolo, forse per iniziativa dei marchesi di Carpena, ingrandita nelle proporzioni attuali. Nell'anno 1838, Campiglia venne resa, definitivamente, parrocchia autonoma ed indipendente con assegnazione di territorio proprio e di precisi confini.
Fu soltanto ordinato che in "festis Nativitatis Domini" (Natale), questa Chiesa o Fabbriceria portasse una candela di una libbra alla chiesa matrice di Biassa. Il 27 Giugno 1839 vi fu l'installazione della prima Fabbriceria parrocchiale.