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Descrizione
La Palazzina delle arti "L.R. Rosaia" ha sede alla Spezia, e ospita dal 2000 il Museo civico del sigillo, oltre che la Biblioteca speciale di arte e archeologia e mostre temporanee. L'edificio è stato progettato in stile neo-medievale nel 1924 dall'architetto Franco Oliva come sede dell'Ufficio d'igiene.
Il Museo del sigillo offre ai visitatori la più completa collezione sfragistica che sia stata mai riunita. Sono infatti conservati oltre 1.500 sigilli, di epoche che vanno dal IV millennio a.C. sino ai giorni nostri. La collezione è stata donata, alcuni anni fa, dai coniugi Lilian ed Euro Capellini al Comune della Spezia.
PRIMA SALA - Il percorso espositivo, basato sulla scansione cronologica e geografica, si apre con la presentazione dei numerosi reperti provenienti dall'area compresa tra Anatolia e Iran dove comparvero le prime matrici, utilizzate come contrassegno, databili alla fine del IV millennio avanti Cristo. Questi antichissimi strumenti destinati alla marchiatura permettono di introdurre il visitatore all'uso delle matrici-amuleto nell'Egitto faraonico, con sigilli a forma di scarabeo realizzati in pietra e faience, e di giungere agli anelli sigillari romani di età imperiale,dai castoni in corniola o pasta vitrea elaborati dall'antica glittica, affiancati in vetrina da esemplari di epoca medievale e rinascimentale tra i quali spicca quello appartenuto all’umanista forlivese Flavio Biondo. Testimoniato dalle matrici tonde o a ‘navetta’ l'uso del sigillo ecclesiastico dal Trecento all'Ottocento è ben rappresentato nell'esposizione museale; tipari bronzei di archidiocesi, compagnie, confraternite e della Reverenda Camera Apostolica sono collocati accanto alle impronte in cera e piombo uscite da cancellerie papali e vescovili e a stampi per pani eucaristici risalenti al V-VI secolo. Il periodo di maggior uso e splendore del sigillo è senza dubbio quello compreso tra i secoli XVIII e XIX. La sezione della collezione Capellini dedicata alle produzioni dal Settecento al periodo Liberty presenta esemplari in argento, bronzo, avorio, tartaruga, pietre dure, conchiglia, porcellana e i cosiddetti "sigilli curiosi", cioè libere elaborazioni o applicazioni della funzione di matrice su oggetti nati per altri scopi utilitari (bastoni, martelli, fiale da profumo, cavatappi, ecc). I sigilli in vetro e cristallo creati dalla sensibilità di René Lalique vengono proposti in vetrine che accolgono la produzione di questo maestro dell'Art Nouveau e della sua scuola con esemplari spesso rarissimi. Chiudono la visita alla prima sala le matrici dalle impugnature metalliche decorate da figure allegoriche, da ritratti di personaggi storici o da semplici e accattivanti statuette quasi tutte firmate dai grandi nomi della bronzistica d'oltralpe tra i quali Joseph Bosio, detto "il Canova francese".
SECONDA SALA - La seconda sala, intitolata a Lilian Capellini, presenta i sigilli-gioiello in oro e pietre preziose e soprattutto i pezzi elaborati da Fabergé, l'orefice degli Zar. Di particolare interesse storico sono la piccola matrice in forma di fungo realizzata per il granduca Alexander Mikhailovich e un sigillo donato dalla regina Vittoria al nipote Albert di Prussia.
TERZA SALA - Nel terzo ed ultimo ambiente è stata allestita la ricchissima sezione di sigilli provenienti dall'Oriente. L'arco di tempo compreso tra il IV secolo a.C. e l'età contemporanea è testimoniato dalle piccole matrici arcaiche, in bronzo, e dagli esemplari di maggiori dimensioni realizzati in avorio, cristallo, argento, porcellana, corno e pietra. Vanto della collezione sono i sigilli cinesi elaborati dai maggiori calligrafi e pittori dei secoli XIX e XX e l'esemplare in giada, già facente parte della raccolta di proprietà della contessa di Bismarck.
Il Museo del sigillo offre ai visitatori la più completa collezione sfragistica che sia stata mai riunita. Sono infatti conservati oltre 1.500 sigilli, di epoche che vanno dal IV millennio a.C. sino ai giorni nostri. La collezione è stata donata, alcuni anni fa, dai coniugi Lilian ed Euro Capellini al Comune della Spezia.
PRIMA SALA - Il percorso espositivo, basato sulla scansione cronologica e geografica, si apre con la presentazione dei numerosi reperti provenienti dall'area compresa tra Anatolia e Iran dove comparvero le prime matrici, utilizzate come contrassegno, databili alla fine del IV millennio avanti Cristo. Questi antichissimi strumenti destinati alla marchiatura permettono di introdurre il visitatore all'uso delle matrici-amuleto nell'Egitto faraonico, con sigilli a forma di scarabeo realizzati in pietra e faience, e di giungere agli anelli sigillari romani di età imperiale,dai castoni in corniola o pasta vitrea elaborati dall'antica glittica, affiancati in vetrina da esemplari di epoca medievale e rinascimentale tra i quali spicca quello appartenuto all’umanista forlivese Flavio Biondo. Testimoniato dalle matrici tonde o a ‘navetta’ l'uso del sigillo ecclesiastico dal Trecento all'Ottocento è ben rappresentato nell'esposizione museale; tipari bronzei di archidiocesi, compagnie, confraternite e della Reverenda Camera Apostolica sono collocati accanto alle impronte in cera e piombo uscite da cancellerie papali e vescovili e a stampi per pani eucaristici risalenti al V-VI secolo. Il periodo di maggior uso e splendore del sigillo è senza dubbio quello compreso tra i secoli XVIII e XIX. La sezione della collezione Capellini dedicata alle produzioni dal Settecento al periodo Liberty presenta esemplari in argento, bronzo, avorio, tartaruga, pietre dure, conchiglia, porcellana e i cosiddetti "sigilli curiosi", cioè libere elaborazioni o applicazioni della funzione di matrice su oggetti nati per altri scopi utilitari (bastoni, martelli, fiale da profumo, cavatappi, ecc). I sigilli in vetro e cristallo creati dalla sensibilità di René Lalique vengono proposti in vetrine che accolgono la produzione di questo maestro dell'Art Nouveau e della sua scuola con esemplari spesso rarissimi. Chiudono la visita alla prima sala le matrici dalle impugnature metalliche decorate da figure allegoriche, da ritratti di personaggi storici o da semplici e accattivanti statuette quasi tutte firmate dai grandi nomi della bronzistica d'oltralpe tra i quali Joseph Bosio, detto "il Canova francese".
SECONDA SALA - La seconda sala, intitolata a Lilian Capellini, presenta i sigilli-gioiello in oro e pietre preziose e soprattutto i pezzi elaborati da Fabergé, l'orefice degli Zar. Di particolare interesse storico sono la piccola matrice in forma di fungo realizzata per il granduca Alexander Mikhailovich e un sigillo donato dalla regina Vittoria al nipote Albert di Prussia.
TERZA SALA - Nel terzo ed ultimo ambiente è stata allestita la ricchissima sezione di sigilli provenienti dall'Oriente. L'arco di tempo compreso tra il IV secolo a.C. e l'età contemporanea è testimoniato dalle piccole matrici arcaiche, in bronzo, e dagli esemplari di maggiori dimensioni realizzati in avorio, cristallo, argento, porcellana, corno e pietra. Vanto della collezione sono i sigilli cinesi elaborati dai maggiori calligrafi e pittori dei secoli XIX e XX e l'esemplare in giada, già facente parte della raccolta di proprietà della contessa di Bismarck.