Teatro Civico

Piazza Mentana. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il Teatro Civico è la più importante struttura teatrale della Spezia e si trova nel centro storico della città in piazza Mentana. Per estensione, è il terzo teatro della Liguria.

Fu il primo teatro ad essere costruito alla Spezia: infatti il San Carlo, considerato il più antico della città, era stato ricavato dall'omonima chiesa sconsacrata durante il periodo della Repubblica Ligure, il cui edificio dapprima fu adibito a scuola pubblica e successivamente, per iniziativa di una filodrammatica specializzata nel repertorio alfierano, trasformato in teatro.

Nel cosmo spezzino pre-arsenale, in sia pur lenta espansione, un nuovo teatro si era dunque reso necessario perché la città potesse adeguarsi ad una immagine più rispondenze alle esigenze della società che si stava formando. Così la sua costruzione fu approvata all'unanimità da una delibera comunale del 24 aprile 1839. Da tale delibera alla posa della prima pietra, avvenuta il 6 luglio 1840 alla presenza del Sindaco Lorenzo Federici, passarono 14 mesi soprattutto per reperire i fondi necessari.

Per realizzare il teatro fu chiamato l'architetto genovese Ippolito Cremona, che progettò una costruzione in perfetta aderenza coi canoni del più rigoroso neoclassicismo, con uno sviluppo longitudinale di quaranta metri, una larghezza di venti, quattro ordini di palchi ed una facciata lineare con un loggiato sovrastato da un timpano ed ornato da tre statue di marmo. (La facciata subì una prima modificazione nel 1889 per aumentare la capienza).
Il sipario del teatro era dipinto dal pittore Francesco Gonin, celebre in quegli anni per aver illustrato nel 1842 I Promessi Sposi nonché, successivamente, La Storia della Colonna Infame. Il ridotto s'impreziosiva di alcune spiritose vignette dedicate al costume spezzino.

Avvenne il 18 luglio 1846, salutata con entusiasmo: la Civica deputazione nei manifesti che da giorni annunciavano l'evento, esortava i "Signori commercianti a tenere prezzi modici per invitare il maggior numero di forestieri". In cartellone, Ernani di Verdi, Gemma di Vergy di Donizetti, e un'opera buffa, il cui emblematico titolo sembrò esprimere gli umori spezzini: era Chi la dura la vince! di Luigi Ricci. Soprano con il repertorio "serio", Adelina Parodi, mentre l'opera buffa fu affidata a Celestina Corbetti.

Cominciava così il quarantennio di vita culturale del Teatro Civico, che per la città divenne un punto agglomerante non solo artistico, ma anche mondano-sociale e politico della città. Per un certo periodo il ridotto fu sede infatti delle sedute del Consiglio Comunale e al primo piano fu ospitato anche il Circolo cittadino, il Casinò civico.
Nel 1873, nei locali del Teatro fu ospitato il primo nucleo del Museo Civico nato da una prima donazione di conchiglie e crostacei ad opera di Cesare Podenzana, a cui si sarebbe aggiunta, nel 1866, la raccolta di conchiglie rare donata dagli eredi del marchese Gio Batta De Nobili, come attesta una lettera di ringraziamento inviata il 17 maggio 1866 dal Sindaco Bartolomeo Ricco a Valente Carletti, amministratore dei De Nobili.
L'intero edificio è stato completamente ristrutturato assumendo l'aspetto odierno tra il 1932-33, dall'architetto Franco Oliva in collaborazione con lo scultore Augusto Magli, che ne ha curato le decorazioni esterne ed interne, oltre a quelle della cupola posta a copertura della sala.

Le cinque statue (la Musica, la Tragedia, l'Arte plastica, Il Golfo e la Città della Spezia) che decoravano la facciata e l'entrata del vecchio teatro del Cremona furono rimosse e collocate nei Giardini pubblici.
L'entrata del teatro avviene mediante tre porte di ingresso corrispondenti ai tre archi di facciata poste in Piazza Mentana; l'ampia scalinata conduce al foyer sovrastato da imponenti pilastri in magnifico marmo cipollino; a destra del foyer si trovano il guardaroba e le scale d'accesso ai palchi e alla balconata; al piano occupato dal primo ordine di palchi vi è un altro piccolo foyer, a sinistra del quale si trovava un bar che è stato recentemente eliminato.

Nell'atrio è esposto un grande busto bronzeo, che ritrae il baritono Emilio Bione, opera dello scultore Rino Mordacci.

L'interno della sala è molto razionale e l'architetto Oliva ha volutamente creare una sintesi tra il teatro settecentesco e la moderna (per il tempo) sala cinematografica.

La balconata è divisa in due ordini e si sovrappone alla platea per un notevole tratto; scompaiono gli stucchi e le ornamentazioni pesanti (non vi sono che due piccole danzatrici nude in marmo bianco all'ingresso dai due lati della platea e piccole rade dame cavalcanti all'esterno dei palchi); la sala risulta così armonicamente semplice, a colori tenui e a superfici lisce; tuttavia sono stati conservati i tre ordini di palchetti, oltre alle barcacce, come nel vecchio Teatro.

La cupola, all'interno circondata da una fascia decorata dalle costellazioni zodiacali è apribile (lo scultore Magli ha voluto creare un contrasto tra le stelle disegnate nel contorno della cupola e le stelle che si possono ammirare se la cupola viene aperta in orario notturno).

Per lungo tempo il Teatro Civico ha perso la sua funzione di principale edificio teatrale cittadino. Addirittura per un interminabile periodo era stato declassato a "semplice" cinema, mentre le "funzioni" teatrali venivano espletate dal Teatro Astra (oggi diventato un moderno supermercato, dopo essere stato lasciato in abbandono per anni). Finalmente nell'estate del 1987 la sala cinematografica chiude, e il Civico rimane chiuso per restauro dal 1989 al 1995.

Oggi il Teatro Civico è tornato a svolgere la sua essenziale funzione di polo culturale cittadino con un cartellone invernale sempre molto ricco. Vi si svolge anche l'importante Festival Internazionale del Jazz della città della Spezia.

Marinetti aveva ideato nel 1933 il Premio di pittura Golfo della Spezia, da tenersi nella città molto amata dal poeta futurista. A conclusione del Premio e lanciando una sua sfida a tutti i Poeti d'Italia, Marinetti presentò proprio al Teatro Civico il suo Aeropoema del Golfo della Spezia: l'accoglienza del pubblico presente, per la verità e secondo il racconto dello stesso Marinetti, finì con un finimondo di schiaffi e bastonate. Probabilmente ignara di questo illustre precedente la giovane e contestatrice comunità punk spezzina era solita ritrovarsi negli anni '80 e '90 sulle scalinate dello stesso Teatro Civico.